domenica 24 novembre 2013

      “RIFLESSIONI DI UN INSEGNANTE TECNICO"

                                                     a cura di Angelo GIACCARI





A seguito di alcuni anni di pratica nelle Arti Marziali (KARATE’), prima come atleta poi come insegnante tecnico, il motivo che mi ha spinto a scrivere quest’articolo è stato quello di voler esternare alcune mie riflessioni  personali sul rapporto che deve esserci tra Insegnante ed un praticante di Arti Marziali.

 

Oggi, riguardo a questi due personaggi esistono tantissime verità teoretiche, tanta documentazione facilmente reperibile attraverso Internet.

 

In questo articolo vorrei affrontare il discorso in maniera diversa, meno anacronistico, partendo dai concetti basilari per poi svilupparli con logica e razionalità rapportata ai nostri tempi al nostro modo di vivere  e di pensare nel mondo Occidentale attuale,  senza cancellare ciò che la tradizione Orientale ci ha trasmesso e insegnato.

 

A differenza di quello che la maggior parte delle persone pensa, inizialmente nel rapporto Maestro-Allievo, il membro più importante risulta essere sicuramente l’allievo, in quanto è proprio su quest’ultimo che deve plasmarsi il metodo di insegnamento del Maestro come accade con il metallo fuso (la conoscenza) ed il crogiolo (il vuoto da colmare).

 

Sono comunque due persone importantissime che interagiscono tra di loro, il Maestro non può essere tale senza l’ Allievo e l’Allievo o praticante a sua volta non può essere tale senza il Maestro.

Tutti e due,  ognuno a suo modo hanno deciso di percorrere una “Via”……….una “Via” ardua, piena di ostacoli che li porterà sicuramente ad avere dei contrasti , modi di pensare differenti, ed in questi momenti che dovrà uscire fuori il carisma del Maestro, che dovrà capire l’atteggiamento del praticante ed aiutarlo a superare queste situazioni ……..situazioni nelle quali Lui stesso si è venuto a trovare (mai dimenticarci di cosa siamo stati) senza mai abdicare a quelli che sono i suoi compiti e responsabilità.

Ed è così che queste due figure cresceranno insieme e sarà sicuramente una crescita tecnica ed umana. 

 

La persona che per la prima volta, varca la soglia di una palestra di KARATE’ non ha la benché minima idea di cosa lo possa attendere.

L’approccio al KARATE’ –DO è una sorta di nuova alfabetizzazione che avviene a qualsiasi età, un nuovo alfabeto del corpo, della gestualità, della introspezione, dell’atteggiamento fisico e mentale.

Il praticante si trova a “gattonare” come i bimbi di pochi mesi è come quando si impara a camminare, si muovono passi incerti ma comunque straordinari  ed inimmaginabili.

Il praticante ha davanti a se una persona che viene etichettata come “ Maestro “ perché lui si fa chiamare così.

Wernner Lind nel suo “BUDO – La via spirituale della Arti Marziali” definisce Maestro (Sensei in giapponese ) non colui che trasmette, ma colui che indica la Via (DO) da seguire.

 

MAESTRO……….insegnare: una parola tanto breve quanto ricca di significato, un concetto molto forte che evoca in me, figure antiche cariche di significato, velate da una spiritualità profonda, che dovrebbe farci riflettere ogni qualvolta noi insegnanti affrontiamo le sedute di allenamento con i nostri praticanti-allievi sia che siano dei bambini o che siano degli adulti, perché siamo i loro punti di riferimento ed in talune circostanze non solo punto di riferimento tecnico ma anche umano.

Non dobbiamo mai dimenticarci che davanti a noi abbiamo delle persone.

 

Il maestro con la “M” maiuscola non cerca il rispetto con l’autorità che gli viene dal grado.

 Il maestro con la “M” maiuscola non umilia il suo praticante nel senso più vero della parola, per avere conferma del suo “ amore “ verso l’ Arte che ha scelto di praticare, nel nostro caso il karatè.

Il maestro con la “M” maiuscola non si “dona” soltanto ad una persona o a poche persone.

Il maestro con la “M” maiuscola deve essere umile non deve essere solo abile e preparato nell’insegnare le Arti Marziali.

Il maestro con la ”M” maiuscola non è un Santone.

 

Deve essere una persona che si renda conto delle difficoltà tecniche-fisiche e personali che un praticante affronta perché come ho detto prima il Maestro prima di essere tale è stato allievo.

 

Deve essere sempre pronto ad incoraggiare i suoi praticanti non li deve mai sottovalutare o non prenderli in considerazione perché ognuno di essi per certi versi è speciale.

 

Goccia dopo goccia il Maestro travasa il suo sapere la sua esperienza nelle mani dei suoi allievi in modo che a sua volta lui stesso possa crescere e completarsi.

 

Il maestro con la “M” maiuscola deve essere sensibile al punto da “ far male” quando ce né bisogno, un sol sguardo basta a correggere un errore, un sol gesto indica la soluzione un cauto silenzio ti da la risposta e nello stesso tempo può dare, anzi deve dare una pacca sulla spalla quando per l’allievo è una giornata NO.

 

Così potremo definirci Maestri .

Ma tutto ciò è soltanto una mia personale e discutibile riflessione personale, che scaturisce  attraverso, una seppur breve ma intensa  esperienza  sia come praticante-Allievo che come insegnate tecnico e non soltanto da letture superficiali ed anacronistiche per i nostri tempi di libri sulle Arti Marziali.

 

Per concludere, anni orsono un insegnante mi disse:

 

“Praticare nonostante tutto”  …………io aggiungo …….“nonostante tutto  e gli altri”.

Grazie.

 

 

                                            

             
 
 
 

I T A L I A

 
 

 

    INTERNATIONAL  HAYASHI-HA SHITO-RYU KARATE-DO ITALIA

                        SEISHINDO SANVITO/VILLADRIANA

                               PROGRAMMA TECNICO

 

KU-KYU (cintura bianca):             principiante

HACHI-KYU (cintura gialla):         sufficiente esecuzione  del Kihon statico (parate, calci,) sufficiente esecuzione degli spostamenti nelle posizioni di base , con esecuzione delle tecniche di base. Conoscere il nome dello stile di Karate che si pratica e del Maestro. Saper contare fino a dieci in giapponese. Buona socializzazione all’interno del gruppo.

SHICHI-KYU NI (cintura arancio):    buona esecuzione del Kihon statico (parate, calci) miglioramento degli spostamenti nelle posizioni di base  con esecuzione delle tecniche di base. Conoscenza del Khion Kata ichi, ni, san, yo, go. Conoscenza del Te no Kata, Chi no Kata, Heian Shodan. Buona attitudine e senso della disciplina.

SHICHI-KYU ICHI (cintura arancio con all’estremità una striscia nera): Miglioramento nell’esecuzione dei Khion Kata, Te no Kata, Chi no Kata, Heian Shodan. Sufficiente coordinamento dei movimenti nel dinamico (scambio di tecniche). Conoscenza del Heian Nidan e Sandan. Conoscenza dei nomi delle posizioni  dei Kata  che si eseguono. Linee generali sulla storia del Karate e dello  stile che si pratica. Buona presenza all’interno del Dojo, con buona attitudine e senso di disciplina.

ROKU-KYU NI (cintura verde):  Buona esecuzione dei Khion Kata, Te no Kata, Chi no Kata, Heian Shodan, Nidan, Sandan. Conoscenza del Heian Yodan e Godan. Buona esecuzione dello scambio di tecniche.  Sufficiente esecuzione del San bon Kumite. Presenza costante all’interno del Dojo. Buon atteggiamento mentale e senso di disciplina.

ROKU-KYU ICHI (cintura verde con  all’estremità una striscia nera): Ottima esecuzione di tutti i Khion Kata. Ottima esecuzione di tutti i Kata conosciuti. Buona esecuzione del San bon Kumite. Ottima esecuzione e controllo nello scambio di tecniche. Sufficiente esecuzione dell’ Ippon Kumite. Introduzione dello studio dei vari bunkai. Buon atteggiamento mentale,  senso di disciplina e presenza costante nel Dojo.

GO-KYU (cintura blu): Ottimo atteggiamento mentale e determinazione nell’esecuzione dei Khion,  Kata di base, San bon Kumite, Ippon Kumite e scambio di tecniche. Buona conoscenza dei bunkai. Sufficiente esecuzione dell’ Iyu Ippon Kumite. Conoscenza di almeno un Kata superiore. Eccellente  senso della disciplina e presenza costante nel Dojo.

ICHI-KYU (cintura marrone): Ottima conoscenza ed  esecuzione dei  Khion  e  Kata superiori. Ottima conoscenza ed esecuzione del  San bon  Kumite, Ippon Kumite, Iyu Kumite. Alto senso della disciplina, presenza costante nel Dojo.

 

 

Jr. Black Belt – SHODAN-HO (cintura nera di palestra per ragazzi):

 I ragazzi, non ancora maggiorenni dopo un anno di anzianità nel grado ICHI-KYU su invito del Sensei,  potranno indossare una cintura nera con una striscia bianca nel mezzo. Questi,  dovranno dimostrare nel corso della loro costante pratica: lealtà e massima disponibilità nei confronti del proprio Sensei, spirito di sacrificio e altissimo senso della disciplina.

SHODAN-HO (cintura nera di palestra):

Tutti gli studenti che avranno conseguito la maggiore età e dopo un  anno di anzianità nel grado ICHI-KYU su invito del Sensei, potranno indossare la cintura nera. Questi, dovranno dimostrare nel corso della loro costante pratica: lealtà e massima disponibilità nei confronti del Sensei e del Seishindo SanVito/Villadriana. Altissimo spirito di sacrificio e altissimo senso della disciplina. Eventuali impegni nel sociale saranno graditi. Eccezionalmente gli studenti minorenni che dimostreranno grande spirito di sacrificio,  costante pratica e disponibilita nei confronti del Sensei e dei compagni  “potranno” essere autorizzati ad indossare la cintura nera di palestra.

PASSAGGI DI DAN:

Lo studente maggiorenne  con un anno di anzianità nello SHODAN-HO su invito del Sensei potrà  ( previa preparazione tecnica)  sostenere                 l’ esame in Federazione o in un Ente di Promozione e conseguire il grado di SHODAN (cintura nera 1°Dan). Lo studente a questo punto del suo percorso Marziale dovrà dimostrare di aver acquisito tutti gli aspetti tecnici del Karate. Attitudine e lealtà nei confronti del suo Sensei.

 

 

 

RICONOSCIMENTO DEL GRADO DA PARTE DELL’ INTERNATIONAL HAYASHI-HA KARATE-DO FEDERATION:

 

Il riconoscimento o il conseguimento dei Dan da parte dell’IHSKF avverrà solo ed esclusivamente su invito del Presidente Hanshi Julius Thiry. Lo studente dovrà avere competenze avanzate nel Karate. Ottima esecuzione di diversi kata con bunkai. Tesina scritta il cui titolo verrà deciso da Hanshi Thiry. Eccezionale attitudine,  comprensione di tutti gli aspetti dell’insegnamento del Karate. Assistere il suo Sensei nel Dojo. Dare prova di ampliare le proprie competenze tecniche. Lealtà al Sensei e ai suoi principi in quanto suo allievo.

 

sabato 23 novembre 2013



 
 
 
 
 

                                    
 
                                                                                      I T A L I A

 

IL KARATE.....brevi cenni storici

Ciò che oggi il mondo intero conosce come “Karate” e si presenta al pubblico come pratica sportiva basata sul combattimento senz’armi, è in realtà un’espressione complessa della civiltà orientale. Tutti i popoli del mondo hanno sviluppato ad un certo momento della loro storia una cultura del combattimento; ma nella loro mentalità i popoli dell’Oriente non dimenticarono che l’addestramento al combattimento è una preziosa forma educativa e vollero mantenerla nelle espressioni fisiche e morali che erano state proprie dei guerrieri. Si può quindi riassumere che il Karate è un’ Arte; una disciplina che si applica a mani nude, di origine Okinawense che rafforza il corpo e lo spirito.

La parola Karate significa “mano vuota”, essa ha in sè un’indicazione tecnica e un’idea filosofica poiché questo “vuoto” va inteso nell’accezione buddista del termine. In Giapponese il termine Karate si scrive in ideogrammi ed il suo nome antico era “to de”  cioè “la mano della Cina”, con il tempo questo termine non andava d’accordo col nazionalismo giapponese di inizio secolo e quindi nacque questa nuova forma “Kara-te, mano vuota” che si diffuse nel corso degli anni trenta.

 

LE ORIGINI

Il Karate moderno ha origine nel’arcipelago delle isole Ryu Kyu nell’isola di Okinawa, a sud del Giappone, ove gli uomini si esercitavano con il già diffuso sistema di autodifesa “To de”, con il tempo questo sistema di lotta che affonda le sue radici el Quanfa cinese si trasformò in una nuova Arte Marziale chiamata Okinawa-te. E’ all’inizio del XVII secolo, quando Okinawa fu conquistata da un signore feudale Giapponese il quale vietò l’uso delle armi per difendersi che, gli abitanti di Okinawa lavorarono intensamente a mano nuda. Fu un addestramento compiuto clandestinamente, a piccoli gruppi, il che contribuì a differenziare gli stili all’interno dell’isola: Shuri-te, Naha-te, Tomorini-te a seconda della regione di origine.

Durante gli anni 20 e gli anni 30 il Karate venne esportato al di fuori del piccolo “guscio” di Okinawa e si cominciano a formalizzare le prime scuole collegate in due correnti principali: Shorin e Shorei. La scuola Shorin si preoccupa maggiormente della forza fisica e della potenza muscolare, la scuola Shorei invece era decisamente più leggera. La scuola Shorin era maggiormente diffusa nelle regioni di Okinawa di Suri e di Tomorini mentre quella Shorei nella regione di Naha.

Da queste due correnti la classificazione dei Kata (forme) e successivamente il ricollegamento delle varie scuole di Karate: Shito-ryu, Wado-ryu, Shotokan, Gojo-ryu.
Cenni sulla nostra Scuola

Gli insegnamenti che cerco di trasmettere ai miei studenti, fanno parte del  Karate tradizionale stile Shito-Ryu. Il fondatore di questo stile è il Maestro Kenwa MABUNI, nato il 14 Novembre 1889 nella città di SHURI, muore a Tokyo nel 1952.  Con il tempo lo Shito-Ryu si è evoluto e si sono formate numerose scuole. La nostra scuola segue gli insegnamenti di Soke Teruo HAYASHI fondatore del  Hayashi-Ha Shito-Ryu. Soke Hayashi nasce a Nara il 21 Ottobre 1924, muore a Osaka nel Settembre 2004. Oggi Hanshi Julius Thiry ne è in assoluto il maggior rappresentante. Hanshi Thiry nasce a Budapest nel 1938. E’ cintura nera 8° Dan nel Hayashi-Ha Shito-Ryu, rango assegnatogli direttamente dal fondatore Soke Hayashi.

Hanshi Thiry è il fondatore e attuale  Presidente dell’ International Hayashi-Ha Shito-Ryu Karate Do Federation.

In Italia il rappresentante è il Maestro Angelo GIACCARI nato a Nettuno (RM) il 4 Maggio 1956. E’ cintura nera 6° Dan nel Hayashi-Ha Shito-Ryu, rango assegnatogli  direttamente dal fondatore dell’ IHSKF Hanshi Julius THIRY.



 
Kenwa MABUNI



 

        
 


 
Teruo HAYASHI
Julius THIRY

Angelo GIACCARI